E poi c'è Raoul che ispeziona la dinoccolata

Stupidamente illuso e prevedibilmente riportato alla realtà.

L'Universo Femminile deve aver indetto un summit segreto al termine del quale è stato deciso che ad OGNI lungometraggio con Raoul Bova si deve sciorinare UN PRECISO E UNANIME COMMENTO, come se questo fosse la cosa più brillante e sagace umanamente commentabile.

Anche questa volta, anche in questo film, UN solo commento ha dominato il pre e il post visione:

"...però c'è Raoul, quindi alla fine..."

Detto alzando un pochino il tono di voce, quel tanto che basta per dare quel pizzico di mordente in più... magari accennando un sorriso, a far leggere tra le righe:

"CI TENGO AD ESTERNARE L'ATTRAZIONE PER RAOUL, QUESTO PERCHE' SONO EMANCIPATA E MALIZIOSA EHEHE"

Come se sederti al bar e rendere partecipe il camionista piazzato due tavoli avanti al tuo del piacere che provi nel vedere quel bell'ometto del Bova non innescasse in lui quel processo che condurrà all'oramai unica e assodata sentenza possibile: troia.

Noi uomini non ci sogneremmo mai di giustificare il prezzo del biglietto con la presenza della Calamita Di Seghe di turno, non lo faremmo mai perché verosimilmente avremo già tutto nell'hard-disk e non sarebbe certo grazie a quest'ultima fatica che capiremmo finalmente se ingoia o meno.

Infine, da autocritico doc, mi sono posto il problema se fosse mai capitato di approcciarmi ad un film perché questo si sviluppava sulle prodezze di qualche teenager con impiantati gli occhi di Bambi: ahimè, la risposta non è stata del tutto negativa!

C'è da dire, però, che sapevo anche che di lì a poco sarebbero entrati in scena 3 boscimani, che avrebbero portato con sé quelle che tutt'oggi considero armi di distruzione di massa e che i dialoghi sarebbero gradualmente sfumati in latrati d'oltremondo. Vale?

Sì, c'è Raoul, ma il tizio seduto dietro di te ti sta pisciando nella Coca.